Sholomo, nato a Varsavia

Recojo el artículo, firmado por Antonio Monda, tal como aparece en el diario «La Repubblica» (8 de julio de 2022).

Sholomo (Salomón) nació en el ghetto de Varsovia y ahora es carnicero kosher en Nueva York. El relato forma parte de una serie publicada en el diario italiano «La Repubblica» con el título «Nel deserto di New York». Este hace el número 45:

«Il mio nome significa la pace di Dio, ma io, di pace, nella mia vita ne ho avuta poca. E non mi sto riferendo solo alla tragedia del mio popolo, che ho visto sterminare quand’ero bambino senza capire perché. Né al lancinante senso di vuoto che mi aggredisce quando penso ai miei genitori, trascinati a forza su un treno gelido e piombato prima che mi potessero insegnare ad affrontare questa barzelletta poco divertente che è la vita.

Perché anche in quei momenti sentivo di averlo accanto, il D-o di Abramo, Isacco e Giacobbe e sapevo che era anche il D-o di Shlomo, nato nel ghetto di Varsavia e diventato macellaio kosher a New York.

Ho sofferto e pianto, ma non ho mai avuto paura, perché sapevo che D-o sa esprimersi anche attraverso il dolore, l’ingiustizia e la follia.  

E ogni volta che tagliavo la carne pensavo che il nostro compito non è pretendere, ma fare con umiltà il nostro dovere, fino all’arrivo del Messia.

Il mio dovere ho cercato di farlo sempre, leggendo e studiando in silenzio. E tagliando secondo le nostre norme che preservano la purezza ed il rispetto.

Perché io voglio crederTi, il D-o di Abramo, Isacco, Giacobbe e Shlomo, e celebrarTi proprio con quelle norme che hai tramandato fino a me, e sono sopravvissute a chi ha tentato di sterminarci, illudendosi di uccidere il nostro amore per Te.

Voglio crederTi anche oggi, D-o di Abramo, Isacco, Giacobbe e Shlomo, anche se la pace l’ho persa, perché ho sentito che non mi parlavi più, e questa è la più grande delle Tue prove.

Perché, ti chiedo, perché?

Non ce la faccio ad accettarla, questa prova, né lo voglio, e oggi ho deciso di affrontarTi e dirTi basta.  

Basta.

Ci hai creato solo per darci dolore?

Cos’altro vuoi da me, cos’altro puoi chiedermi?

Ho chinato il capo quando hai deciso di chiamare a Te Sarah, che ho amato come la mia stessa esistenza e mi ha insegnato che nella vita esiste anche il sorriso. E anche quando hai segnato con la malattia il nostro unico figlio Mordecai, perché so che è un modo di ricordarci che siamo deboli, e che la vita è un dono da apprezzare e celebrare.

Ed ho chinato il capo quando le cose non sono andate bene nel lavoro, perché non è la ricchezza che ci può rendere felici, e la povertà ci fa vedere meglio la realtà del mondo.

Ho sempre pensato di essere un uomo fortunato di fronte ai fratelli e che ho visto massacrare dalla furia nazista. E so che altri prima dei nazisti hanno massacrato il mio popolo fin dall’inizio dei tempi. E altri ce ne saranno ancora, perché questa è la Tua volontà fin quando non ci manderai il Messia.

Ma tu mi sei stato sempre accanto. E non mi sono mai sentito solo.

Non sentirti mi fa sentir morto, e come tutte le persone che non sanno cos’è la vita, mi ribello.

E Ti chiedo: sei mai stato in pace con il mondo?»